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Il Fine non Giustifica i Mezzi, Mai



"Il fine non giustifica i mezzi, mai".

Per molti l'importanza di queste parole non è chiara. Anche perchè una delle forme pensiero dominanti della nostra epoca, che abbiamo sentito ripetuta ovunque sin da piccoli, è quella diametralmente opposta.
Di Enrico Carotenuto

Alcuni addirittura credono che la crescita delle coscienze possa essere accelerata utilizzando delle operazioni psicologiche per "forzare" in qualche modo le persone verso una società migliore. Menzogne a fin di bene.

In effetti, abituati come siamo a pensare in termini materialisti, "il fine giustifica i mezzi" potrebbe anche avere una valenza positiva, se il "fine" è un bene superiore. Infatti, se accettiamo che il mondo e noi siamo semplicemente un mucchio di materia, che non esistano altri piani di esistenza, che non ci sia un senso vero e proprio alla nostra esperienza terrena, non esistono motivi reali per pensarla diversamente. E il sacrificio, anche di molti, può valere il "bene superiore" di una società più ordinata, di vite più comode.

Dal punto di vista spirituale, però, le cose cambiano. Molto. Se sentiamo di avere un' anima, oltre che un corpo, se sentiamo che l'esperienza terrena che noi tutti viviamo abbia un senso, abbiamo il dovere di interrogarci su quale ne sia lo scopo.

Noi crediamo che lo scopo di questa esperienza sia imparare "come" fare le cose... imparare a fare il bene con saggezza e amore. Perchè ciò fa crescere le potenzialità veramente creative della nostra anima, a vantaggio di tutti gli esseri della Terra e del Cosmo. Se guardiamo la momentanea esperienza terrena non come l'inizio e la fine, ma come parte del percorso dello sviluppo di anime che devono diventare sempre più creatrici, dobbiamo fare i conti col fatto che quello che realizziamo sulla Terra (case, uffici, partiti, sistemi economici, oggetti, istituzioni aziende, ecc...) rimane sulla Terra e dopo un po' non esiste più.

Ciò che invece continua ad esistere di noi, è quello che siamo diventati in base a come abbiamo fatto queste cose. Quindi il "cosa" facciamo è importante ovviamente, ma il "come" ancora di più. In quanto si trasforma in noi in facoltà creative "buone" immortali. Quello che abbiamo fatto non diventa parte di noi. Come lo abbiamo fatto sì. Per questo non è poi così importante il ruolo sociale o il mestiere o il talento che abbiamo in una certa vita, ma come - con quanta saggezza e genuina voglia di bene per tutti - lo espletiamo.
Quindi la crescita delle coscienze, quelle di tutti, è lo scopo di tutto quello che succede. E questa crescita avviene attraverso il COME lo facciamo.

Da questo punto di vista, "Il fine giustifica i mezzi" è una forma pensiero sottile e deleteria che serve a bloccare la crescita proprio di chi si crede "avanti" ed in diritto di imporre la qualunque a chicchessia.

Utilizzare "il fine giustifica i mezzi" significa essere, in essenza, esattamente identici a quelli delle élite che così poco ci piacciono.
Tutti i genocidi della Storia sono stati eseguiti da persone che in cuor loro credevano di fare un "bene superiore", e che non avevano compreso questo meccanismo. Hitler pensava di fare un favore a sé e ai tedeschi, sterminando gli ebrei. Stalin credeva di fare un favore a sé e ai russi sterminando milioni di dissidenti o presunti tali. Dal punto di vista spirituale questi feroci dittatori, oltre ad aver creato enormi sofferenze a tutto il mondo, hanno fatto danni incalcolabili alle loro anime, perchè alla forza creativa dell'amore hanno sostituito l'antitetica morte dell'odio o la gelida contrazione della freddezza. Il loro cammino come esseri spirituali, quindi, è stato notevolmente rallentato. Non solo non sono diventati migliori attraverso il "come", ma sono addirittura diventati peggiori. Il cambiamento della società non passa attraverso menzogne e bagni di sangue, o meglio ci passa, ma come necessità imposta dalla nostra inconsapevolezza.

Gli unici veri cambiamenti positivi passano attraverso la libera crescita degli individui.
Crescita che non è più libera proprio nel momento in cui qualcuno applica questa forma pensiero deleteria. Chi la applica o non è cosciente degli effetti su di se e sugli altri, o lo fa consapevolmente. Quindi o non ha diritto di imporre alcunchè, perchè anch'egli incosciente, o è parte attiva delle forze dell'ostacolo.

Ecco perchè per noi "Il fine non giustifica i mezzi. Mai."
L'unico vero lavoro utile è quello su se stessi, e quello poi si rifletterà su chi ci è vicino e sulle cose alla nostra portata. Non esistono soluzioni a corto termine, o formule sociali o economiche, nè formule magiche per rendere buono o consapevole chi non lo è. Tanto meno con l'inganno. Non esistono scorciatoie: l'evoluzione richiede tempo, e molti fanno l'errore di credere che noi ne siamo il prodotto finale.
Possiamo solo essere migliori individualmente. E' questo il lavoro più efficace e rapido per giungere ad un mondo migliore. I mali del mondo non sono che l'aggregato delle carenze delle singole coscienze.

A questo proposito,si può dire che:
"In effetti la causa profonda delle ruberie della classe politica, della corruzione, della malavita e della predazione finanziaria, risiede essenzialmente nel prevalere nell'umanità degli istinti predatori, dell'egoismo, di forme pensiero come quella che dice che il fine giustifica i mezzi, che vuole imporre il principio di autorità, ecc...
Se non si rimuovono questi problemi della psiche umana, qualsiasi riforma, qualsiasi legge, qualsiasi sistema, sarà sempre deformato e manipolato dalla somma degli animi umani, intenti a prendere per sé sottraendo agli altri, invece di distribuire armoniosamente ed equamente.

Solo una rivoluzione delle coscienze, che metta al primo posto il benessere comune, nostro e degli altri, che comprenda che predare fa male a se e agli altri e alla Terra con le sue creature, potrà porre le basi per cambiare veramente le cose.
E' una illusione quella che cambiando le facce, o le leggi, o i sistemi, poi migliori veramente la società.

Perché dietro alla maggioranza di quelle facce, ci sono tuttora le stesse immaturità, la stessa non comprensione della vita e del ruolo di un pensiero colmo d'amore incondizionato. Questo sì capace di trasformare in meglio la società.
Quindi non serve una rivoluzione politica o economica senza una rivoluzione culturale e del cuore.

Nel passato, se abbiamo avuto diritti umani, abolizione della schiavitù e alcune altre libertà fondamentali, non è tanto perchè certe leggi ce le hanno imposte, ma perchè la coscienza umana ormai era maturata fino a volerle profondamente. E quindi ha fatto in modo che certe norme si affacciassero a sancire gli effetti positivi della trasformazione delle coscienze. Se fosse stato per le classi politiche o di potere, non avrebbero mai concesso nulla...

Una volta maturate le coscienze, o almeno una parte significativa delle coscienze, le varie norme o forme di governo o sistemi acquistano tutt'altra validità. A quel punto potrebbe andare bene sia la democrazia diretta che un governo di pochi saggi... veri. Perché a guidare sarebbero comunque coscienze mature, orientate al bene di tutti."

(tratto da "La grande illusione", Coscienzeinrete Magazine 1° Novembre 2013)