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Il “Nuovo” Cibo è Trasparente, a Partire dall’Etichetta



E’ forte tra gli italiani la voglia di cibo tracciabile a tavola. Secondo Coldiretti sono 15 milioni i consumatori che hanno cercato nel 2015 prodotti a chilometro zero; la domanda delle referenze senza glutine è aumentata del 50%, mentre l’incremento del 20% ha riguardato il biologico.

Stando alle tendenze individuate dalla rivista specializzata Mark Up, in primis i consumatori chiedono più trasparenza, a partire da etichettatura, packaging, comunicazione e offerta. Negli Usa, secondo Iri, azienda specializzata nell'analisi del mercato retail, i supermercati e le catene che hanno fatto della trasparenza un criterio di punta registrano vendite in aumento. Sempre oltreoceano, a tutela dei consumatori, la Food and Drug Administration ha pianificato una revisione della definizione ufficiale di cosa è “salutare”, facendo luce sulla composizione dei cibi sulla base delle nuove conoscenze nutrizionali.

Nella stessa misura, oggi, trasparenza e tracciabilità sono richieste anche alle aziende italiane, soprattutto a quelle che vogliono misurarsi con l’esportazione. In tal senso, l’Università Bocconi di Milano ho sottolineato l’importanza della comunicazione sull’identità di filiera attraverso i social network, ancor più cruciale per le aziende con etichette bio.
Infatti, secondo un’indagine di Bio4U e Bioera, il 66% degli italiani è disposto a spendere di più per questi prodotti, a patto che siano certificati e garantiti. Lo stesso vale per la categoria del gluten-free, un mercato appena nato ma già profondamente in crescita.

Da parte sua Probios, sono nel 2016, ha ottenuto ben 3 certificazioni: quella di qualità conforme alla norma ISO 9001:2008, rilasciata dall’ente di certificazione internazionale DNV GL, che garantisce il primato della soddisfazione del cliente e il continuo miglioramento delle prestazioni dell’azienda; la conformità allo standard BRC (British Retail Consortium) Global Storage and Distribution e IFS Logistics, a garanzia della qualità, della sicurezza e del rispetto delle normative dei prodotti alimentari lungo l’intera catena logistica del food&beverage e allo standard IFS Broker, che garantisce la sicurezza e qualità dei prodotti, colmando la distanza tra produzione e distribuzione.
FONTI Italia Oggi, Repubblica.it