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L'arte Invisibile, ovvero: i Vestiti Nuovi dell'Imperatore



Qualche mese fa, più precisamente nel settembre del 2014, si inaugura una mostra proposta alla Schulbert Gallery di New York della giovanissima artista Lana Newstrom. Il pubblico entrando in galleria, fissa e si sofferma su pareti illuminate e completamente vuote: è il trionfo dell'arte invisibile! L'artista riesce a far parlare di se, le foto pubblicate mostrano un pubblico che osserva il vuoto. Il suo agente dichiara che si tratta della genialità della migliore artista contemporanea vivente perché "Quando la Newstrom ti descrive ciò che non vedi, inizi a capire perché uno dei suoi lavori "invisibili" può valere milioni di dollari".

La critica, i commenti, sui social network hanno messo al centro della ribalta la "promessa" dell'arte contemporanea, tanto che dopo mesi ne stiamo ancora parlando. Per la Newstrom, è solo questione di immaginazione e di libertà di espressione. Una riflessione che potrebbe far risalire al discorso di "arte concettuale".
"L'arte è pura immaginazione e questo è quello che chiedo alla gente di fare, commenta l'artista, devi immaginare il dipinto o la scultura che stai ammirando".
Ma poi come lei stessa dichiara nel sonoro di un video in cui c'è solo il fermo immagine di una foto diffusa dai media con delle voci di sottofondo: "nessuno voleva le mie opere, nessun museo , nessuna galleria, così phaf! ho inventato l'arte invisibile".

Bene, si può pensare che stiamo scherzando, che si tratti solo dell'ennesima trovata mediatica per fare notizia, ma invece no non è uno scherzo.
Tutto questo è un gioco sottile e molto serio!
Questo tipo di provocazioni apparentemente ironiche hanno delle ricadute che possono farti reagire in vario modo. Puoi trovarti a dire: ma che schifezza è questa, puoi arrabbiarti perché da anni cerchi di far conoscere il tuo lavoro che viene rifiutato dato che non interessa al mercato, può allontanare ancora di più il pubblico dall'arte che da almeno un secolo si trova davanti ad un linguaggio sempre più autoreferenziale, ricettacolo di forme che si incastrano come in un labirinto lasciandoti sostanzialmente confuso.
Ma quello che ci preme sottolineare è che al livello sottile, azioni come queste hanno uno scopo sostanziale : minare la verità, fino al massimo del parossismo, dichiarare sfacciatamente che è arte quella che non c'è. Siamo consapevoli che alla fine, in questo incredibile periodo storico tutto serve a stimolare la coscienza, e l' evento che crea scandalo, urla proprio che è arrivato il momento di svegliarsi dal torpore delle non verità. I messaggi confusi, contraddittori, quelli che ti lasciano nel torpore e nell'incertezza non ci fanno proprio star tranquilli, ci sfiancano e ci stimolano: o si reagisce acquistando più vigore oppure si rimane schiacciati e privi di forze.

Per capire meglio ciò che vogliamo dire, l'accostamento dell'evento artistico con la fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen e pubblicata per la prima volta nel 1837, "I vestiti nuovi dell'Imperatore" sembra proprio calzare a "pennello".

C'era una volta un Imperatore, (oggi l'autorità mediatica), che spinto da malfattori e dal proprio egoismo, afferma una "verità" che nessuno osa contraddire. Dedito alle cose superficiali, L'imperatore vuole conformarsi ad un ideale menzognero di raffinatezza, eleganza, intelligenza propostogli da scaltri lestofanti ( l'ideale menzognero è la bellezza deformata da tutte le estetiche intellettuali, indotte per allontanarci dall'unica cosa che ci fa del bene: la verità). L'imperatore "indossa dei magnifici abiti" confezionati per lui: manufatti di pura illusione poiché in verità i tessuti non esistono. I lestofanti fanno finta di cucire gli abiti imperiali e il re è nudo quando li indossa. È come l'evento dell'arte che non c'è, in cui nessuno osa rivelare la verità, anzi tutti si convincono addirittura di poterla vedere quest'arte poiché è più facile sentirsi inferiori e poco intelligenti che contestare l'autorità ( metafora magnifica del meccanismo che viene usato per venderci tutte le possibili non verità).
La nostra verità soggettiva è sicuramente dominante e su cosa sia la verità si sono impiegati fiumi di parole e codificati centinaia di modelli di pensiero, ma ci hanno fatto credere che non esista il cammino dell'uomo per procedere verso una verità più ampia, " la verità non è mai una pura questione di sì o no, la verità è il modo in cui lo spirito umano si sforza di scandagliare la realtà per comprenderla sempre meglio "(Introduzione alla Scienza dello Spirito Rudolf Steiner, Testo originale tedesco: Rudolf Steiner Einführung in die Geisteswissenschaft (Archiati Verlag e. K., Monaco 2004) pag 26.)

La verità è relativa: in divenire. Esiste una verità che si conosce ed una da svelare. Un percorso costante. Ciò che conosciamo di oggettivo è una parte
infinitesimale della materia sconosciuta. La nostra realtà soggettiva è costellata di piccole rivelazioni e di enormi punti interrogativi. Ma come facciamo
noi esseri soggettivi ad avere la forza di dire che il re è nudo quando lo vediamo senza vestiti. Ad andare contro un dominio schiacciante che
modella costantemente delle verità per noi?

Nella magnifica favola di Andersen durante la parata regale, tra la folla si leva il grido di un bambino "innocente" che ha il coraggio di svelare l'inganno stimolando a reagire e facendo prendere coscienza a tutto il popolo.
Possiamo riconoscere dentro di noi, la piccola voce ancora purissima di quel bambino che ci dice quale è la verità? Possiamo allontanarci dalla fitta rete dei bisogni e dalle passioni personali, per avere uno sguardo più ampio e cosciente? possiamo non avere paura, sentire cosa è il bene più grande per noi e contemporaneamente per tutti ?. Si, possiamo e anche se è in salita è quello il percorso per riconoscere la verità.

Dire che quell'arte invisibile non esiste è facile. Non c'è! E allora ai giovani artisti che hanno un talento speciale, quello di essere canale tra cielo e terra possiamo dire che forse Lana Newstrom non è proprio un modello ideale di artista, perché ha pensato che il fine egoistico di farsi finalmente conoscere poteva valere il prezzo di farsi usare per trasmettere solo un inganno. Il talento innato che un artista ha tra le mani è un immenso potenziale che può guarire l'umanità invece di fare da cassa di risonanza a delle malattie egocentriche, o a strategie di mercato . Abbiamo superato il giro di boa, il lungo tratto del 900 percorso per esplorare le parti più oscure dell'interiorità dell'artista, risonanza di un occidente pressato ed angosciato. Siamo passati dalle viscere, alla morbosità del corpo, al concetto, ad artisti che fanno progetti coerenti come prodotti industriali per un target elevato. Possiamo finalmente concederci a partire da questo svuotamento di senso dell'arte, nuove produzioni di artisti consapevoli delle loro potenzialità, istruiti, bravi tecnicamente, addirittura iniziati come lo erano tutti i grandi artisti del passato, che fanno un lavoro su di sé per tenere a bada il primo ostacolo: l'ego?

La macchina pubblicitaria e propagandistica di chi vuole forgiare l'opinione comune risulta oggi particolarmente efficiente. Tutto ciò è destinato a durare fino all'apertura degli occhi dei singoli individui, evento che è anche metafora dei grandi processi di presa di coscienza.

Si legge, dopo le prime ondate di notizie che la povera Newstrom è stata miseramente smascherata mettendo a confronto due foto identiche una con il pubblico che guarda l'arte invisibile chiaramente photoshoppata e l'altra presa da una mostra fotografica a Milano del 2010.
L'artista in questione, ha aperto un sito personale ed una pagina di Twitter. Il primo, LanaNewstrom.com, mostra capolavori illustrati a parole con uno spazio completamente vuoto. La pagina continua ad attirare un flusso di commenti rabbiosi. La "Newstrom" s' impegna a difendere la sua reputazione offrendo nuove opere d'arte invisibili per gli scettici in cambio di un contributo alla Fondazione Lifeboat ( la fondazione si occupa della libertà di stampa).
A questo punto possiamo pensare che anche lo smascheramento di questo bluff mediatico ideato ad arte dalla CBC faccia parte del gioco poiché probabilmente l'obbiettivo era quello di creare una serie di false verità facilmente smascherabili in modo che gli stessi giornali e i vari media ne potessero parlare più volte!

Pare che la responsabilità "dell'arte invisibile" di Lana Newstrom sia da imputare alla radio canadese CBC e al programma condotto da due comici, Pat Kelly e Peter Oldring, che fabbricano storie satiriche di attualità: si tratta di un programma di attualità che non si limita a parlare di una serie di temi, li inventa completamente. Nulla è off limits, politica, economia, cultura, la giustizia, la scienza, la religione. Ogni settimana, i conduttori fanno conoscere attraverso le voci, personaggi di vario genere inventando storie pazzesche e questo avviene in modo improvvisato, satirico, send-up della radio pubblica che straripa del senso dell'umorismo canadese. Questa modalità di annunciare delle "verità" ci ricorda come la CBS il 30 ottobre 1938 per voce del famoso regista e attore straordinario Orson Welles fece la radiocronaca di un'invasione aliena senza dire che si trattava di un testo ispirato al romanzo di Herbert George Wells " La guerra dei mondi". Le notizie prese per vere di Welles scatenarono reazioni di puro terrore tra la popolazione!.

L'arte invisibile non è comunque nemmeno una novità, ci ricorda tra tanti esempi che si possono fare, il pittore Robert Rauschenberg , che nei primi anni 50 cancellò un disegno di un suo amico pittore che lo espose bianco, cosi com'era. "Azzera la forma per dare spazio alla fantasia e alle idee" dichiarò la critica e fu considerata un'opera pre-concettuale. Il provocatorio Maurizio Cattelan negli anni 90 dopo aver fatto gli inviti per il vernissage di una mostra, lasciò un biglietto con su scritto "torno subito" sulla porta a vetri della galleria che rimase chiusa e con le pareti vuote, mentre il pubblico fuori aspettava...

Paola Lo Sciuto