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Spreco Alimentare: tra Virtuosi e “spreconi”, ecco le 6 Tribù del Cibo



Lo spreco di cibo sta assumendo dimensioni insostenibili e le valutazioni devono comprendere anche le calorie consumate in più rispetto al fabbisogno giornaliero: anche quello è cibo sprecato. Lo sostengono i ricercatori delle Università britanniche di Edimburgo e York, che hanno elaborato le statistiche della FAO, pubblicate su Agricultural Systems.

Ne risulta una chiara fotografia di un’umanità a rischio, se non riuscirà a porre rimedio al più presto alle proprie cattive abitudini[1].

D’altronde, il rapporto col cibo e lo spreco ci somiglia: parla delle nostre consuetudini e delle opinioni che guidano i nostri gesti. Davanti al frigorifero e alla spazzatura siamo virtuosi o incoerenti, attenti o spreconi, incuranti e risparmiosi[2].

E’ con questi aggettivi che ci fotografa un’indagine dell’Osservatorio Waste Watchers, che raggruppa le famiglie italiane in 6 tribù.

Sono 13 i miliardi bruciati nelle nostre case in dodici mesi, il 75% dello spreco nazionale di cibo stimato sui 16 miliardi in un Paese dove vivono milioni di persone sotto il livello di povertà. Siamo divisi in due, anche sulla spazzatura: fortunatamente, con una maggioranza (57%) attenta al problema e un 43% per lo meno disattento.

L’Italia dei “buoni” vede la tribù dei Virtuosi sprecare la metà del cibo rispetto alla media nazionale, 15 euro al mese. Sono il 22% della popolazione, fanno acquisti mirati, congelano gli avanzi pur di non buttare alimenti commestibili perché, secondo lo studio, vivono lo spreco alimentare come qualcosa di immorale e un danno all’ambiente.

Accanto a loro c’è la tribù degli Attenti, il 28% delle famiglie. Sprecano un quarto in meno della media con il loro atteggiamento responsabile ma con qualche distrazione. I valori sono gli stessi dei Virtuosi, ma vissuti con meno rigore.

Il 7% del Paese fa parte della tribù dei Risparmiosi, attenti per necessità. A loro interessa poco la questione ambientale, ma hanno redditi limitati e così buttano via il 20% in meno della media per limitare la spesa.

Dall’altra parte, nella coalizione degli spreconi, la tribù più numerosa è quella degli Incoerenti. Sono il 27% degli italiani, seppur convinti dell’importanza della questione ambientale, si distraggono e comprano troppo, cucinano e non mangiano, lasciano scadere gli alimenti, si fanno sedurre dalle offerte che poi vanno a male. In una parola, riempiono la spazzatura di cibo buono: un 25% in più rispetto alla media.

La tribù degli spreconi, il 12 %, non percepisce invece alcuna responsabilità, non è interessata all’argomento e avendo una media capacità economica non vive la spesa come un deterrente allo spreco. Così getta una volta e mezzo in più rispetto alla media.

L’ultima tribù è la più piccola e dannosa. Sono gli Incuranti, il 4% dell’Italia a cui non interessa proprio ecologia, ambiente, solidarietà o spreco. Butta via il cibo con facilità e senza mezzi termini: un 66% in più, rispetto alla media nazionale.

Ma le cose stanno cambiando. Da settembre 2016 c’è una legge per combattere lo spreco di cibo e invogliare alle donazioni. Un progetto importante, volto a salvaguardare il nostro Paese, che Probios promuove e supporta direttamente attraverso donazioni ad associazioni, come Il Banco Alimentare, con prodotti in scadenza che non possono essere più distribuiti commercialmente.
[1]FONTE Il Fatto Alimentare

[2]FONTE La Repubblica