Cerca un articolo

L’Eccellenza Alimentare “Made in Italy” tra Italian Sounding e Sfide Interne



Il food è senza dubbio una delle massime espressioni della qualità Made in Italy, ma anche uno degli ambiti più soggetto a frodi. Il fenomeno dell’Italian Sounding, ovvero la parodia dei prodotti tipici italiani, di qualità certificata, a scapito dei consumatori di tutto il mondo, è infatti purtroppo sempre più diffuso.

Per questo, il Governo italiano sta lavorando alla realizzazione di un marchio unico contro i falsi. Il progetto prevede un brand da apporre sulla confezione dei prodotti per combattere la contraffazione, a partire proprio dai prodotti alimentari. L’iniziativa è in fase di studio avanzato tra i Ministeri interessati e il Poligrafico dello Stato e potrebbe anche essere esteso ad altri settori[1].

Il marchio è una delle tante iniziative dell’industria alimentare che all’estero deve appunto combattere l’italian sounding, mentre all’interno è chiamata a rispondere ai mutamenti dei gusti e delle aspettative del consumatore.

La sfida è saper rispondere da un lato alla “svolta salutistica” degli italiani, sempre più attenti a quello che scelgono per la propria alimentazione e dall’altro mantenere alta e costante l’attenzione per la ricerca, l’innovazione e la qualità che da sempre caratterizzano il made in Italy.

D’altronde, agli occhi dei consumatori, i prodotti nostrani sono sinonimo di qualità: stando ai dati della Global Brand-Origin Survey, realizzata da Nielsen, il 71% degli italiani preferisce infatti le specialità della penisola.  Questo perché i prodotti di casa sono affidabili, “vicini” e in grado di supportare l’economia locale.

Inoltre, l’agricoltura italiana risulta la più green d’Europa, con ben 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di aziende biologiche. Ma è anche al vertice della sicurezza alimentare nel mondo con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.

Ecco perché Probios continua ad avvalersi di materie prime e aziende di trasformazione italiane, così da ottenere e offrire i migliori prodotti, nel rispetto della salute delle persone e dell’ambiente, innescando un circolo “virtuoso” a sostegno dell’economia locale.

 
[1]FONTE Corriere della Sera