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Cefalea e Alimenti, il Rischio a Tavola



Siamo ciò che mangiamo.

Oggi nei cibi sono sempre più presenti sostanze inquinanti, additivi, metalli pesanti, che assunti nel lungo periodo provocano intolleranze, a cui si sommano stress, digiuno e orari dei pasti irregolari. E arrivano gli attacchi di cefalea, che spesso persistono nel tempo. Quali sono gli alimenti a rischio e quali strategie adottare per contrastare e prevenire il mal di testa.

La cefalea è una patologia clinicamente riconosciuta che affligge tra l’8 e il 20% della popolazione generale. Può provocare dolori cronici acuti che causano la perdita di giornate lavorative e disturbano il buon equilibrio familiare. Si conoscono numerosi fattori coinvolti nell'insorgere della cefalea tra cui, i principali, sono una componente ereditaria, lo stress e i cambiamenti ormonali.
Le donne ne sono più colpite degli uomini.
I cambiamenti nel ritmo del sonno e l’insonnia, così come la privazione di cibo (diete) o il digiuno, sono alcuni dei numerosi fattori che possono provocare l’emicrania nelle persone predisposte.

Nella maggior parte dei casi, la cefalea è dovuta a fattori comportamentali e non esistono stime precise sulla percentuale dei mal di testa riconducibili all'alimentazione.
Tuttavia, diversi sono i cibi considerati responsabili dell’insorgere di emicranie alimentari: i formaggi stagionati, le bevande alcoliche, i sottaceti, i cibi marinati o in scatola, come pesce e crauti, e i frutti come l’avocado, i lamponi e le banane.
Purtroppo, il fatto di evitare alimenti specifici raramente rappresenta una cura per l’emicrania, la quale è spesso il risultato di una complessa combinazione di fattori.

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