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Europa: nulla di fatto sul Glifosato, mentre aumenta l’inquinamento delle acque



È stallo dell'Unione Europea sul rinnovo dell'autorizzazione all'uso del glifosato, il discusso erbicida più diffuso al mondo. L’atteso voto dei 28 Stati membri riunito a Bruxelles non c’è stato: il Comitato di esperti è risultato ancora troppo diviso e di conseguenza non si è nemmeno arrivati al voto.

Intanto, diversi Paesi, tra cui l’Italia, continuano a manifestare preoccupazioni per le implicazioni sulla salute legate all'impiego di questo erbicida, considerato “probabilmente cancerogeno” dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).
In attesa che l’Europa decida, l'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque, relativa al 2013-2014, pone ulteriori interrogativi e accresce i timori sull'utilizzo dei pesticidi, glifosato in primis. Secondo l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aumentano i pesticidi nei punti monitorati delle acque italiane, sia in quelle superficiali (più 20% tra il 2003 e il 2014) sia in quelle sotterranee (più 10%). Secondo le analisi dell'Istituto, le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) contengono pesticidi nel 64% dei 1.284 punti monitorati (nel 2012 erano il 57%), quelle sotterranee nel 32% dei 2.463 punti studiati (erano il 31% nel 2012).
Un campione superficiale su cinque in Italia non è solo contaminato, ma supera anche il livello di qualità ambientale.

Tra le sostanze che hanno determinato più spesso il superamento dei limiti c’è proprio il Glifosato insieme al suo prodotto di decadimento, l'Ampa, presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio situati in Lombardia e Toscana.

Il rapporto dell’Ispra viene costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie Regionali per la protezione dell’ambiente, ma la copertura del territorio non è completa né omogenea, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali. Nonostante un campionamento “limitato”, il famigerato diserbante risulta comunque "fra i principali responsabili del superamento dei limiti di qualità ambientale".

L'aumento dell'inquinamento dell’acqua sembra in controtendenza con i dati sulle vendite dei pesticidi, che pure vengono sparsi sui nostri campi al ritmo di 130mila tonnellate all'anno, con un calo del 12% rispetto al 2001, finendo facilmente e velocemente nei nostri piatti.
In linea di principio si dovrebbe quindi sempre optare gli alimenti biologici anche categorie di prodotto apparentemente innocue come il pane e i cereali. Non trattandosi di una contaminazione accidentale o di tipo ambientale, il metodo biologico può dare piena sicurezza sull'assenza di questa sostanza.