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Trapani Sale: una passione da coltivare.



Le saline trapanesi si trovano lungo la costa che va da Trapani a Marsala.
Costruite all’epoca dei Fenici, si trovano lungo una costa pianeggiante e per lo più sotto il livello del mare. In questo territorio, le condizioni climatiche quali le scarse precipitazioni durante il periodo estivo, la presenza dei venti e le alte temperature favoriscono l’evaporazione dell’acqua di mare.
La salina di Vincenzo Gucciardo è attiva dal 1884, denominata moranella o chiusa, si trova all’interno della “riserva naturale orientata di Trapani”, gestita dal WWF. Abitualmente frequentata da specie migratorie e residenza periodica di aironi rosa e cinerini, la salina viene utilizzata esclusivamente per produzioni ecologiche e biocompatibili sfruttando elementi naturali quali l’evaporazione dell’acqua di mare, il sole e il vento. Il periodo estivo è deputato alla raccolta del sale che si svolge con ritmi e sistemi rimasti immutati nel tempo. Sia la raccolta che il confezionamento, infatti, vengono eseguiti a mano con metodi tradizionali, e il sale non viene lavorato o trattato chimicamente, pertanto mantiene tutti i suoi elementi oligominerali.

LA “COLTIVAZIONE” DEL SALE
Il sale marino si ottiene dall’evaporazione dell’acqua del mare che viene introdotta nella salina tramite
la cosiddetta Spira di Archimede. Il lavoro in salina incomincia nel mese di marzo con la pulitura delle
vasche salanti dai residui dell’inverno. L’acqua entra nella prima vasca detta la “fridda” e raggiunge un metro di altezza e una salinità di 4 gradi Baumé; passa poi in una seconda vasca denominata “vasu coltivu” o vasche di evaporanti con un flusso che viene regolato dalle mani esperte dell’uomo. Qui raggiunge una salinità di 12 gradi Baumé. Da qui l’acqua passa, sempre per differenza di livello, nelle vasche denominate caure o vasche servitrici, dove attraverso un percorso a serpentina, arrivano nella quinta vasca dove si raggiunge una salinità di 25 gradi Baumé o punto di saturazione, cioè il punto in cui l’acqua salina incomincia a precipitare il sale.
Il ciclo dura da giugno a settembre. Tempo permettendo, il primo raccolto si fa dopo circa 50 giorni dall’inizio della coltivazione, il secondo dopo 30 giorni. Il sale viene raccolto dagli operai con pala e carriola e disposto a mucchi negli arioni, ossia negli spazi antistanti le vasche salanti. In pratica ogni 45 giorni le vasche salanti vengono prosciugate di acqua e il sale viene messo in cumuli piccoli dentro le vasche e poi con pale e carriole sistemato negli arioni.
I soli elementi che entrano in gioco nella coltivazione del sale sono l’acqua di mare con i suoi elementi oligominerali, il sole e il vento che fanno evaporare le molecole dell’acqua aumentando la concentrazione salina.
Il sale marino integrale (sale grigio) è piuttosto saporito: una piccola quantità è sufficiente a salare i cibi: la
presenza di magnesio, potassio, iodio, fluoro, zolfo e calcio lo rendono più solubile e ricco di oligoelementi.

[caption id="attachment_5052" align="alignright" width="300"]CONSFT0100-SALE FINO INT TRAPANI640 Sale fino integrale[/caption]

SALE MARINO
Il sale marino della Riserva Naturale gestita dal WWF di Trapani è prodotto nell’antica salina affacciata sul mare. Viene raccolto a mano e la lavorazione non prevede raffinazione, mantenendo un più alto contenuto di minerali come potassio e iodio.