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Di Tutta l’Erba un Fascio?



Biologico, sostenibile, naturale e tutti quei termini che impieghiamo, ma non conosciamo.

In un mondo percepito sempre più interconnesso e dinamico a livello economico e sociale, ma anche per questo disordinato e confuso, ristabilire un certo equilibrio nella vita quotidiana rappresenta un traguardo per il proprio benessere. E quale rito è più centrale, abituale, ordinario e naturale del nutrirsi? Un’alimentazione varia è il riflesso di una vita in salute.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un’alimentazione squilibrata, invece, oltre a incidere sul benessere psico-fisico, può innalzare la percentuale di rischio di insorgenza di numerose malattie croniche. Per esempio, circa 1/3 delle malattie cardiovascolari potrebbero essere scongiurate scegliendo una dieta bilanciata.

Sul piano alimentare, è quindi fondamentale avere una chiara concezione di ciò che portiamo in tavola ogni giorno. Per riordinare le idee, analizziamo il significato di alcuni termini con cui entriamo spesso in contatto:



    • Naturale: il termine dovrebbe essere impiegato esclusivamente per connotare dei prodotti alimentari che non hanno subito una trasformazione radicale della composizione originaria e che non contengono additivi chimici. In generale, fa riferimento alle tecniche agricole che rispettano il territorio e la natura.

    • Biologico: dal greco “relativo alla biologia”, si riferisce al metodo di coltivazione che utilizza solo fertilizzanti e pesticidi naturali adottato dall’agricoltura biologica. I prodotti biologici o “Bio” non vengono trattati chimicamente né manipolati geneticamente. In negozio gli alimenti certificati con etichetta Bio sono riconoscibili dal logo Euro Leaf, che assicura la tracciabilità delle materie prime e garantisce la loro lavorazione secondo le procedure sancite dalla normativa dell’Unione Europea. Per fregiarsi della certificazione, il 95% degli ingredienti di un preparato devono essere biologici.

    • Biodinamico: l’aggettivo si riferisce a una tecnica di agricoltura che garantisce il risanamento della Terra, il rinnovamento delle colture, l’integrità delle qualità nutritive dei prodotti. La filosofia biodinamica è nata nel 1924 per opera di Rudolf Steiner (medico e pedagogo), in risposta al bisogno di un gruppo di agricoltori di risolvere i nuovi problemi di degenerazione delle loro colture causati dall’uso dei prodotti chimici nella concimazione e nella difesa delle piante.

    • Biodiversità: è sinonimo di ricchezza, varietà, coesistenza di svariate forme di vita utili e selezionate nel corso dei millenni dai lenti processi evolutivi. La selezione naturale, agendo sulle caratteristiche genetiche e morfologiche delle specie, permette alle forme di vita di adattarsi al cambiamento delle condizioni ambientali. La biodiversità è il pilastro dell’equilibrio e della salute del pianeta.

    • Sostenibilità: in ambito ambientale la sostenibilità è la capacità di mantenere nel futuro i processi ecologici che avvengono all'interno di un ecosistema e la sua biodiversità. Un ecosistema in equilibrio è implicitamente sostenibile; i fattori che ne disturbano l’equilibrio sono le relazioni con un altro tipo di sistema complesso, ossia quello antropico. L’interazione tra i due sistemi aumenta le probabilità di perturbazioni e fa aumentare il rischio di alterazioni irreversibili. Nel 1987, con la pubblicazione del rapporto Brundtland, venne definito l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, che dal 1992 è divenuto il nuovo paradigma dello sviluppo.

    • Filiera corta: il termine indica i prodotti a “km 0”, distribuiti vicino al luogo di produzione per abbattere i costi dei trasporti della filiera tradizionale e mantenere la freschezza senza aggiungere conservanti chimici.




Fonti:
Associazione per l’agricoltura Biodinamica
Ministero della salute
Corriere della Sera, Dizionario
Legambiente
Enciclopedia Treccani 
Teatro Naturale