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Nuovo Regolamento UE sul Bio: Non Mancano le Perplessità



Mercoledì 22 novembre, è stato fatto un ulteriore passo in avanti per la regolamentazione del mercato biologico. La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha finalmente adottato il testo del nuovo Regolamento sull’Agricoltura Biologica, già approvato lo scorso giugno e dalla Commissione Speciale per l’Agricoltura lunedì scorso. Il prossimo passaggio è adesso il via libera del Parlamento e del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura. Terminato questo iter, si aprirà un percorso legislativo che si prevede si concluderà non prima del 2020.

Si tratta di traguardo molto importante per tutto il settore del biologico che continua a crescere in Italia e nel resto dell’Ue, nonostante nel testo rimangano molte debolezze, come evidenziato da esponenti del settore, forze politiche e associazioni.

Matteo Bartolini, Vice Presidente di Federbio, chiede infatti che “nei prossimi giorni il Senato della Repubblica approvi il testo di legge ‘Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura effettuate con metodo biologico’ e che il Governo approvi rapidamente la riforma del sistema di certificazione nazionale anche per dare un segnale forte in Europa dell’impegno dell’Italia per lo sviluppo dell’agricoltura biologica”.

L’organismo di certificazione italiano (CCPB) ha, inoltre, comunicato di condividere la posizione critica di EOCC (The European Organic Certifiers Council), associazione che raggruppa i principali organismi di certificazione europei. Secondo EOCC – che ha inviato una lettera con la sua posizione a tutti i membri della Commissione Agricoltura del Parlamento UE e al Commissario Philip Hogan –, il testo presenterebbe due particolari criticità, ossia la mancanza di omogeneità tra i vari paesi nel definire la soglia massima di residui presenti nei prodotti biologici e l’eliminazione della visita ispettiva annuale per aziende considerate “non a rischio”.

In questo modo, verrebbe a crearsi una “competizione sleale tra aziende di Paesi diversi” che però operano in un mercato comune e si abbasserebbe la frequenza dei controlli, andando così a minare il sistema di garanzie e la fiducia dei consumatori.

Infine, la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) che, nei giorni scorsi, aveva già espresso la sua contrarietà rispetto all’approvazione del nuovo regolamento, ha evidenziato come attualmente l’etichettatura “bio” sia legata alla percentuale degli ingredienti impiegati, piuttosto che alla qualità degli stessi: “la confederazione chiede responsabilità al parlamento verso un settore in crescita costante che, in Italia, costituisce il 15% dell'agricoltura”.
Fonti:
Ansa Agri UE
rainews.it
greenews.info
it.blastingnews.com.