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Quale Sentimento Prevale nell’Era delle Contraddizioni?



Mai come adesso le persone parlano di cuore, emozioni, sincerità, comprensione, ecc...

Se vediamo cosa viene scritto ad esempio su Facebook o Twitter o andiamo a vedere la quantità di libri venduti o canzoni ascoltate su questi argomenti potremmo rimanerne davvero stupiti perché riscontriamo che il comune denominatore è quello di spingerci a diventare persone migliori.
Contemporaneamente, c’è un’altra parte di mondo che ci sprona a essere sempre più proiettati verso l’apparenza, la ricerca affannosa per ottenere quei famosi status symbol che danno credibilità e forse un barlume di sicurezza, come una bella macchina, una casa lussuosa, vestiti griffati, denaro, successo.
Di primo acchito questo è ciò che ci fa pensare di una persona: “Ecco, quello/a è arrivato/a, è uno/a da tenere in considerazione perché si potrebbe sempre avere bisogno di lui/lei”, e in un certo senso vedere la sua realizzazione ci fa automaticamente stimare l’individuo non per la persona che è, ma per ciò che rappresenta.
Avete mai fatto caso a quante volte familiari, amici, colleghi ci hanno consigliato, anche in buona fede, di tenerci cara una persona solo perché in futuro avrebbe potuto tornarci comodo il suo aiuto? Magari per un lavoro, per una necessità di salute o per riuscire a raggirare la complessa burocrazia italiana?

Ecco, io credo che abbiamo perso di vista la cosa principale della nostra vita: tutti viviamo sullo stesso pianeta, c’è quindi qualcosa che ci accomuna, che traduco con questa espressione: “siamo tutti fratelli”, proprio tutti, anche quello che non ci piace, quello che ha la pelle diversa, quello che è scomodo e anche quello che può averci ferito.
Ma è proprio per questo che dovremmo provare a costruire dei rapporti umani che vadano al di là delle barriere e delle apparenze e che ricerchino piuttosto l’umanità di chi ci sta di fronte.
E sapete cosa? Ho riscontrato che in realtà tutto dipende da come guardiamo gli altri, da quanto cioè noi siamo aperti e disponibili a rivolgere all’altro uno sguardo accogliente.
Cerchiamo di avere delle relazioni veramente umane, basate cioè sull’essere umano, dove il comodo o lo scomodo vengono sostituiti dal creare insieme qualcosa, dove siamo disposti sia a dare quanto a far sentire la nostra riconoscenza per quello che ci viene dato, dove prima viene l’individuo e poi vengono le cose e le cose sono fatte unicamente per essere utilizzate e non mitizzate, così come gli esseri umani non sono stati creati per venire strumentalizzati ma rispettati, sempre.

Mi rendo conto che l’unico modo per migliorare veramente le relazioni che toccano la nostra vita, è quello di avere una relazione migliore con noi stessi. È davvero un’esperienza sconvolgente quella che vediamo dispiegarsi sotto i nostri occhi non appena iniziamo a trattarci come se fossimo il nostro amico più caro, quando proviamo ad amarci e apprezzarci in maniera incondizionata.
L’amore per noi stessi si espande nel nostro ambiente e migliora tutto, l’amore per noi stessi produce altresì dei veri miracoli sulla guarigione del nostro corpo.
E tutto parte da un piccolo “”: dire sì a noi stessi e accettarsi così come siamo ora. E’ quando riusciamo a rispettare realmente noi stessi e gli altri che vinciamo la battaglia della vita, dove la vera bellezza è nel cammino e non
nel traguardo.

Con affetto,
Rossella