SCEGLIERE UN PRODOTTO ITALIANO COME ATTO D’AMORE VERSO IL NOSTRO TERRITORIO
Sempre più spesso i consumatori chiedono chiarimenti e garanzie circa i prodotti coltivati e trasformati in Italia. Se trovare fra gli scaffali un prodotto decantato come “Made in Italy” è cosa semplice, non è altrettanto facile capire se questo, oltre che essere prodotto o confezionato in Italia, è costituito da ingredienti italiani.
È qui che il consumatore deve diventare un abile conoscitore delle diciture ammesse dalla normativa per l’etichettatura. Il rischio in cui si incorre più frequentemente infatti è acquistare un alimento “Made in Italy” con materie prime che potrebbero essere reperite in Italia senza diffcoltà ma che invece provengono dall’altra parte del mondo; e non parliamo dello zucchero di canna tipicamente cubano o argentino, o del cacao che diffcilmente troveremo originario della nostra penisola.
Il consumatore, convinto di fare una scelta etica scegliendo un prodotto di bandiera, resta svilito davanti alla scoperta che i pomodori pelati che tiene in dispensa, le olive usate per l’olio extravergine, o il grano della pasta che immaginava essere stati coltivati sotto il sole nel nostro bel paese, provengono in realtà dall’estero. Intendiamoci, non vogliamo certo dire che un prodotto biologico straniero non sia salubre o manchi di garanzie (le autorità competenti mettono in atto i controlli previsti e i seri importatori italiani richiedono analisi sulle materie prime selezionando i produttori esteri con cura e attenzione).
Pensiamo però che il consumatore abbia diritto di scegliere consapevolmente circa i propri acquisti.
Ma cosa significa promuovere ed prediligere un prodotto coltivato e trasformato in Italia?
Significa risparmiare un bel po’ di chilometri nel trasporto e di conseguenza ridurre l’inquinamento, significa incentivare e sostenere le produzioni agricole biologiche della nostra terra che come conseguenza logica salvaguardano gli ecosistemi preziosissimi presenti nel nostro paese, significa dare sostentamento ai coltivatori locali (necessario soprattutto in questo diffcile periodo), significa inoltre permettere controlli più immediati e snelli durante tutta la filiera produttiva.
Purtroppo la logica del “prezzo più basso ad ogni costo”, ha spostato sempre più spesso l’approvvigionamento delle materie prime a prezzi stracciati verso mercati esteri, causando nel corso degli anni, un progressivo abbandono della coltivazione delle nostre terre, e generando l’abbandono dei campi.
Queste sono solo alcune delle ragioni per cui Probios da molti anni, ha adottato una politica di ricerca, promozione e tutela del patrimonio agroalimentare italiano, impegnandosi ogni giorno nel proporre ai propri consumatori prodotti del territorio: dalle farine impiegate nei prodotti da forno dolci e salati e nella pasta, il pomodoro, il riso ed il mais presenti nei nostro prodotti senza glutine, i cereali, i legumi e gli ortaggi e molto altro ancora.
La “punta di diamante” è senza dubbio la nostra linea NATURA TOSCANA che vanta oltre 80 referenze a base di ingredienti coltivati e trasformati all’interno della nostra regione, la Toscana... permetteteci un po’ di sano campanilismo!
Probios con Natura Toscana, andando contro quella selezione smodata fatta solo nell’ottica di accrescere produzioni e profitti penalizzando la ricchezza nutrizionale e qualitativa delle materie agricole, propone una varietà di cereali e legumi dimenticati nel tempo ad alto valore nutrizionale e organolettico, che vantarono un ruolo importante nella dieta dei nostri avi. Ed è per questo che Probios ha deciso contro corrente rispetto alla maggior parte del mercato, di tutelare e premiare i produttori che coraggiosamente ripropongono queste ormai rare coltivazioni, da considerare un patrimonio prezioso, anche a costo di rinunciare a guadagni sicuramente più facili.
Il consumatore attento all’acquisto, ha una grande strumento in mano: semplicemente “l’etichetta”.
Nelle nostre etichette si trovano tutte le informazioni per un acquisto consapevole e libero: la lista degli ingredienti e degli allergeni rappresentano la specifica composizione e le caratteristiche qualitative della ricetta del prodotto, la tabella nutrizionale indica i valori dei diversi nutrienti e inoltre ma non meno importante, la provenienza delle materie prime.
Riguardo la provenienza delle materie prime, le indicazioni riportate sulle nostre etichette sono disciplinate dal Regolamento Europeo 834 del 2007 riguardante i prodotti biologici, che prevede finalmente e per la prima volta, l’obbligo di indicare la provenienza delle materie prime con quattro possibilità:
- Agricoltura Italia: il prodotto contiene solo materie prime coltivate in Italia
- Agricoltura UE: il prodotto contiene materie prime coltivate all’interno della comunità europea. Potrebbe trattarsi di materie prime italiane e di una sola materia prima non italiana. In questo caso l’azienda è comunque tenuta ad indicare UE.
- Agricoltura non UE: il prodotto contiene solo materie prime coltivate in paesi extra europei.
- Agricoltura UE/non Ue: il prodotto contiene materie prime coltivate all’interno della comunità europea e in paesi extra europei.
Ricordiamo che queste informazioni per i prodotti non BIO non sono ad oggi obbligatorie (altro che per alcune categorie come la carne per esempio); nel nuovo regolamento sull’etichettatura che entrerà in vigore nei prossimi anni c’è una proposta per l’indicazione dell’origine degli ingredienti principali ma sta trovando non poche opposizioni…
Leggendo semplicemente le indicazioni geografiche sotto il logo europeo e controllando i claims (i messaggi utilizzati per comunicare una reale e comprovata caratteristica) riportati sul fronte della confezione, oggi il consumatore può orientarsi verso un acquisto consapevole e, ai facili slogan che molte aziende sbandierano, può controbattere con una semplice domanda:
se è prodotto con materie prime italiane, perché non è dichiarato in etichetta? (è la domanda che più frequentemente ci facciamo!)