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La Riscoperta dei Grani Antichi, un Bene Comune



Nella nostra alimentazione quotidiana siamo stati abituati a includere prodotti realizzati prevalentemente con la classica farina di grano tenero bianca 0, o 00, utilizzata nella produzione di pane, pasta, prodotti da forno, dolci, ecc. Tuttavia, nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata e nell’ottica del rispetto dell’ambiente e della biodiversità (proprio lo scorso 22 maggio si è celebrata la giornata mondiale), si sta diffondendo sempre di più l’attenzione nei confronti dei grani antichi.

Mentre la classica farina è ricavata da un grano prodotto su larga scala, selezionato e modificato nel corso degli anni per rendere più ricca e abbondante la produzione, i grani antichi sono varietà del passato rimaste autentiche e originali, ovvero che non hanno subìto alcuna modificazione da parte dell’uomo per aumentarne la resa.

Questi grani rappresentano una vera ricchezza e un patrimonio per l’intera umanità. Proprio per questo, sono nate le prime banche dei semi ufficiali, luoghi che conservano le sementi fuori dalla terra allo scopo di preservare la biodiversità e la sicurezza alimentare, che si trovano nelle università, nei centri regionali e nazionali di ricerca, anche in Italia.

Nel nostro Paese esiste infatti una rete, denominata RIBES, che riunisce le banche del germoplasma per la conservazione della flora spontanea. Si tratta di 15 siti distribuiti su tutto il territorio nazionale da Sud a Nord che oltre a conservare i semi, si occupano anche di diffondere le tecniche di raccolta e di individuazione delle specie a rischio estinzione.

Ecco le principali caratteristiche dei grani antichi:

  1. NON HANNO SUBITO ALTERAZIONI e non sono stati rimaneggiati geneticamente dall’uomo. Per questo hanno una resa molto minore rispetto al più diffuso e moderno grano.

  2. SONO MENO RAFFINATI perché vengono generalmente lavorati con la macinazione a pietra.

  3. HANNO MENO GLUTINE, proprio perché non sono stati modificati dall’uomo, e mantengono un rapporto più equilibrato tra presenza di amido e presenza di glutine, contenendo una percentuale minore di questa proteina.

  4. HANNO UNA FILIERA CORTA: la riscoperta dei grani antichi è merito soprattutto dei piccoli produttori agricoli che scelgono di produrre grani di qualità, anche se non sempre è conveniente dal punto di vista economico. Nella scelta dei grani antichi, è consigliato dunque prediligere e acquistare quelli tipici del proprio territorio, chiedendo agli agricoltori di zona qualche consiglio in merito.

  5. TUTELANO LA BIODIVERSITÁ: acquistare grani antichi significa tutelare la biodiversità del proprio territorio o di altre zone di Italia. Proprio perché i costi di produzione sono più elevati a fronte di una resa più bassa, i grani antichi rischiano di scomparire pur rappresentando un’importante risorsa per il bene comune e per il bene dell’ambiente.


Probios, da parte sua, promuove l’agricoltura locale e le piccole/medie realtà del territorio. Dall’impegno nei confronti dell’ambiente, è recentemente nata la nuova linea grani antichi, prodotta con antiche varietà siciliane (Margherito, Perciasacchi, Russello, Timilia e Maiorca), recuperate grazie al lavoro dei “custodi dei semi”, agricoltori impegnati nella loro salvaguardia.  La linea che si compone di pasta e farina, è prodotta con materie prime coltivate e trasformate in Sicilia. L’azienda di produzione infatti, gestisce il prodotto dalla semina alla produzione che avviene tramite macinazione a pietra delle farine e produzione della pasta con trafila a bronzo ed essiccazione a basse temperature.

Vieni con noi in Sicilia a scoprire i grani antichi, guarda il VIDEO!

Fonti:
il fatto alimentare 
greenme.it